Vertigine Parossistica Posizionale

La vertigine parossistica posizionale si manifesta quando il paziente è in posizione supina sul letto o quando si alza o quando si gira su un fianco ed è, a volte, associata a nausea, a vomito o ad altri fenomeni neurovegetativi.

La vertigine parossistica posizionale è causata da un distacco degli otoliti,che sono dei cristalli di ossalato e carbonato di calcio, che sono contenuti nell’orecchio interno,e precisamente nella macula.

Si ha una macula del sacculo, per l’accelerazione verticale e una dell’utricolo,per i movimenti sul piano orizzontale.

Gli otoliti si spostano ad ogni movimento della testa ed essendo più pesanti del liquido endolinfatico entro cui sono immersi, provocano un piegamento delle ciglia delle cellule recettoriali, sensibili al movimento. Queste cellule trasportano poi il messaggio al cervello tramite il nervo vestibolare, informandolo così delle variazioni di posizione della testa nello spazio.

Come abbiamo detto precedentemente ,

gli otoliti si spostano dalla macula,per un brusco movimento notturno o per un trauma cranico e cominciano a depositarsi nei canali semicircolari, che sono il posteriore, il laterale e l’anteriore e che presiedono l’equilibrio e la sensibilità spaziale.

A seconda del canale semicircolare in cui l’otolita si trova, abbiamo a diposizione alcune manovre, che ci consentono di individuarne la posizione. Una volta presenti in uno dei canali semicircolari, gli otoliti provocano un’erronea percezione di movimento.

In pratica, stimolano i recettori presenti in quella specifica sede, provocando l’illusione della rotazione e, conseguentemente, il paziente avverte la vertigine.

Per potere liberare il paziente dalla vertigine parossistica posizionale, è bene che lo specialista capisca se si presenta su un fianco o sull’altro, per potere avviare alcune manovre diagnostiche, che consistono nel posizionare sulla lettiga il paziente, per capire, attraverso i movimenti indotti della testa, se l’otolita è posizionato nell’orecchio destro o in quello sinistro.

Una volta individuato quale dei due è l’orecchio interessato, l’otorino praticherà le “manovre liberatorie”, che variano a seconda della posizione dell’otolita e sono finalizzate a spostarlo, per far sì che il paziente non abbia più la vertigine rotatoria.

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